Diario di bordo 11-17 agosto 17 Agosto 2013 – Posted in: Diario di Bordo
ggi arriva Angela, ma vista la mancanza di collegamenti tra Igumeniza e Preveza, decidiamo di affittare una macchina e andarla a prendere, soluzione piĂą economica del taxi!
Arriviamo a Igumeniza dopo un’ora lungo la costa greca, ricca insenature deserte che lasciano il posto a profonde lagune tra le colline brulle. Ritorniamo la sera in barca, mentre la ciurma inizia a conoscersi.
Si parte con rotta sul canale di Lefkas, astuta opera ingegneristica di epoca romana che ha permesso il collegamento tra il nord ed il sud della grecia evitando la lunga circumnavigazione della penisola di Lefkas, con un risparmio di 50 miglia.
Il canale è molto affascinante con alcuni elementi di complessità . L’ingresso Nord, difficile da individuare, è formato da una lingua di sabbia circondata da bassi fondi, che si protende verso Nw. L’ingresso è largo una ventina di metri, bisogna perciò fare attenzione al traffico in transito. Entrati nel canale, dopo pochi metri si trova il ponte stradale, che apre per un quarto d’ora ogni ora. Noi lo troviamo mentre si sta chiudendo, ci accostiamo ad un peschereccio e aspettiamo un’ora. Varcato il ponte, si prosegue circa due miglia lungo un paesaggio acquitrinoso e lagunare intagliato da questo passaggio ben dragato.
Usciamo dal canale e subito issiamo le vele, vento da NW come di consueto. Scendiamo veloci su di un mare piatto e vento teso, fino ad una caletta sull’isola di Skorpidhi. Da qui dirigiamo verso il porto di Meganisi. Come prima giornata non c’e’ male. Angela, alle prime armi, ha lavorato sull’armo e il disarmo, nomenclatura e regolazione delle vele, Carola si è dedicata al ripasso mentre Riccardo ha lavorato sulla navigazione stimata ed il carteggio. A fine giornata siamo tutti stanchi e nonostante fossimo a terra, ci addormentiamo presto nella tranquillità del ridosso.
Ci alziamo di buon ora e navighiamo verso Cefalonia, Fiskardo, unico centro abitato sopravvissuto al terribile terremoto del ’53 che ha devastato tutte le isole Ioniche. Ancora navigazione stimata e lavoro sulle andature, mentre si inizia a prendere confidenza con i concetti di orza, puggia cazza e lasca. Vorremmo fare una sosta alle grotte sul versante meridionale di Meganisi, ma il fondale è troppo profondo e il vento è montato, alzando rapidamente un mare corto e fastidioso. Proseguiamo dritti, mentre spiego a Carola la tecnica per cucinare la pasta in pentola a pressione.
Tutti i marinai, a discapito dei “professionisti della cucina” sanno che la pentola a pressione è uno strumento FONDAMENTALE prima di prendere il mare. Consente di cucinare piatti ricchi in poco tempo, sporcando una stoviglia sola, consumando poco gas e tendendo tutto in sicurezza in caso di mare agitato. Il segreto della pasta in pentola a pressione sta nel rispetto dei tempi e nella quantitĂ d’acqua, perchĂ© alla fine, quando togli il coperchio, il risultato deve essere di una pasta densa come se avessi cucinato in modo tradizionale.
Io prediligo ormai i sughi in bianco perché i sughi rossi si attaccano,a meno di non usare tanta acqua e tanto olio.
Allora vediamo per esempio come cucinare una gricia (ve l’ho detto, piatti semplici!)
Si prende un bel pezzo di guanciale, si tornisce e si taglia a dadini fini fini, si mette in pentola a pressione a fuoco lento senza aggiungere nient’altro! Quando il grasso si è sciolto si versa la pasta corta, si fa amalgamare con il guangiale fino a che il grasso sciolto non si è distribuito uniformemente, poi si aggiunge l’acqua fino ad una spanna in meno della copertura. Si chiude e si alza la fiamma e si aspetta il sibilo. Quando il vapore inizia a uscire, si abbassa la fiamma e si conta un terzo del tempo di cottura. Poi si spegne la fiamma, si fa uscire il vapore fino a quando la sicura non si è abbassata e si stappa! Il risultato è una gricia che manco da gigetto al portico d’Ottavia, assicurato!
Mentre Carola si cimenta in cucina, il vento rinforza, così mettiamo due mani di terzaroli e proseguiamo verso Fiskardo al traverso. In un paio d’ore siamo nel canale tra Cefalonia e Itaca, così decidiamo di fermarci nella baia di Paliokaravo. Qui troviamo una spiaggetta meravigliosa con un ulivo nano che ne domina la prospettiva. Purtroppo ci siamo accorti di avere acqua in sentina mista a gasolio. Non riesco proprio a capire da dove viene questo olio, perché tutti i livelli sono buoni, il motore e pulito come nuovo ed i tubi non hanno perdite! Tuttavia non può restare così, va sgottata immediatamente, ma impensabile riversare quella porcheria in mare, così insieme a Richi ci mettiamo sotto e sgottiamo alla vecchia maniera. Sassola, secchio e poi imbuto per travasare il liquido nelle bottiglie. Lavoro tosto, ma efficace, in un’ora la sentina è pulita e sgrassata, ora andrà monitorata fino a risolvere il mistero.
La giornata passa in relax e decidiamo di passare qui la notte, sotto una luna nata presto e molto luminosa, mentre la boscaglia verde e rigogliosa ci protegge dal vento prevalente. Ci svegliamo presto, il vento inizia a soffiare prima oggi, così approfittiamo della morfologia del canale per fare bordi e cambi di mura, continui e veloci fino ad arrivare nella splendida Polis bey, questa volta a vela ha tutto un altro fascino. Si pranza poi di nuovo vela fino a Fiskardo, splendida insenatura ridossata dal NW segnalata dal vecchio mulino di epoca veneziana. In fondo alla baia esplodono i colori caldi della cittadina di Fiskardo. Case basse e pittoresche sormontate dal bosco, circondano questa cala tutta banchinata in pietra. Dalla bellezza del luogo ne deriva il grande affollamento e traffico navale. Noi troviamo un anfratto sul lato nord, con cime a terra.
Scendiamo a terra, mentre la nostra riserva d’acqua va esaurendosi. Oggi è il 14 agosto, i vicoli stretti tra le casette colorate ed i caffè all’aperto, sono pieni di gente, in gran parte italiani. Noi troviamo un ristorantino economico e ci mangiamo una pita, mentre angela prova lo Tzaziki. Nulla di eccezionaleo , ma il baffo del proprietario ed il naso greco del cameriere, meritavano sicuramente una visita!
Proseguiamo passeggiando tra i vicoli ed i negozietti del paese, poi stanchi rientriamo a bordo.
Abbiamo deciso di fermarci qui anche domani, io e Fede ci occupiamo del rifornimento d’acqua e di alcune migliorie da fare a Oxygene, mentre la ciurma affitta una macchina e visita l’entroterra.
Ci ritroviamo con un aperitivo cena in barca la sera, a raccontarci le rispettive giornate. Oggi è ferragosto e nonostante restiamo incantati ad ascoltare i racconti e gli aneddoti di Riccardo, decidiamo che stasera si fa festa. Scendiamo carichi di aspetttativa, ma sorpresi, ci accorgiamo che non c’e’ nessuno! Possibile? Dopo tutto un giorno ad assistere alla guerra degli ormeggi nella baia, nessuna festa, nessuna confusione. Tutto sommato non ci dispiace nemmeno tanto a dir la verità , ci infiliamo in un pab molto carino, il barman sembra capace, ci fa cinque mojti ottimi. Proseguiamo la serata passeggiando, fino alle due, poi rientriamo in barca. Non ci crederete ma appena abbiamo rimesso piede in barca, parte una musicaccia da discoteca che si sente in tutto il golfo! Vabbe’ e’ andata così, meglio!
Venerdì è tempo di rientrare verso Preveza, usciamo da Fiskardo e si capisce subito che sarà una giornata impegnativa. Vento teso da NE, ce lo abbiamo proprio in faccia. Rapidamente rinforza, ottimo test per vedere i risultati ottenuti questa settimana.veleggiamo per circa quattro ore, risalendo il vento tra Lefkas e le isole meridionali, poi il vento rinforza fino a trenta. Decido di ammainare e mangiare qualcosa in navigazione. Arriviamo a Lefkas Marina verso le 16, stanchi ma felici di aver concluso la settimana con una magnifica giornata di vela in questo arcipelago meraviglioso per il velista.
Tra oggi e domani faremo le pulizie e poi un po’ di svago nelle strette viuzze di Lefkas, prima di salutare i ragazzi con nostalgia, ma felici di averli incontrati e sicuri di ritrovarli presto.
Tra oggi e domani faremo le pulizie e poi un po’ di svago nelle strette viuzze di Lefkas, prima di salutare i ragazzi con nostalgia, ma felici di averli incontrati e sicuri di ritrovarli presto.
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