Diario di bordo 26 luglio 2 agosto 3 Agosto 2015 – Posted in: Diario di Bordo – Tags: diario di bordo; oxygenesail; corso di navigazione d'altura; vela; montenegro, la lunga rotta; croazia;
Diario di bordo dal 25 luglio al 1 agosto
25 luglio
Mentre parte della ciurma sale ad esplorare le mura della città, io e Ludo ci addentriamo nel mercato cittadino.
Assomiglia ad un Bazar. Tanti commercianti, tutti prodotti locali.
Doveva essere una piccola integrazione alla cambusa, ma non potevamo farci sfuggire l’occasione di prendere frutta fresca a volontà, pane, formaggi e salami.
E poi, tra i banchi confusi, la vivacità di un’anziano pescatore attrae la nostra attenzione.
Il banco del pesce freschissimo ci cattura e lui, per convincerci, ci dava che ci dava a mangiar pesce crudo.
Così, dopo la contrattazione di rito, ci prendiamo due chili di scampi. Lui ci vede ancora un po’ insoddisfatti e allora, con le sue manone giganti, prende due manciate di triglie e le mette nella busta!
Soddisfatti per gli acquisti fatti, giriamo per il paese in cerca di un rum.
Non lo troviamo, in compenso un rigattiere turco mi convince ad acquistare un cannocchiale antico, lo provo, mi piace, mi serve, lo compro.
Con qualche timore di aver preso una sola, torniamo in barca, le ragazze ci aspettano soddisfatte dell’escursione.
Salpiamo verso le 12.00, Un bel Levante ci accompagna e in pochi minuti issiamo vele, Chiara al timone è molto concentrata, mantiene bene la bolina e calcola con esattezza gli angoli di virata necessari a portarla fuori dalla profonda insenatura di Kotor e proiettarla in uno stretto passaggio tra due isolette. Il vento è teso, rinforza, prendiamo una mano di terzaroli, ottima adrenalina a bordo! Cambio al timone. Vediamo una barca a vela davanti a noi, niente di meglio che una sfida improvvisata, Claudia si fomenta e le va in contro, ma dopo pochi minuti, il vento crolla.
Togliamo la mano di terzaroli, ma non basta.
Siamo passati da vento forte ad una bava, dunque anche la ciurma deve cambiare assetto. Dove serviva forza e rapidità, ora c’è bisogno di delicatezza e concentrazione, anche i pesi contano.
Un po’ di delusione sul viso di Claudia che già si gustava una sfida all’ultimo sangue. Il vento molla, inutile stare a ciondolare senza risultato, meglio un bagno in attesa che torni il vento.
Tutte a bordo si tuffano, resto io con Ludo a sorvegliare.
Dieci minuti a ciondolo ed il vento si riaffaccia, via gli asciugamani e di nuovo alle manovre. Claudia torna al timone, ma questa volta aprirà le danze del recupero dell’uomo in mare!
Getto l’asta Ior in mare, lei, forte dell’esperienza passata se lo aspetta, inizia a poggiare, non calcola le distanze ed il suo traverso è più una poppa, abbatte, prova a rimettersi al traverso, ma si avvicina troppo e quando va al vento è troppo tardi.
Niente di grave, ė tanto che non la prova, ricomincia!
Questa volta è più sicura, calcola le tre lunghezze, abbatte si rimette al traverso e alla fine va al vento, la barca rallenta, un po’ veloce ma la manovra è riesce.
Cambio al timone, Lulli si mette di bolina, ma questa volta vediamo come se la cavano con un uomo vero.
Fabri si getta in acqua, Lulli è perplessa, quasi immobilizzata, cerco di svegliarla, inizia a poggiare, poi abbatte, orza troppo, si mette al vento tardi e la liscia di molto, riprova!
Le scandisco i tempi, va al traverso, abbatte, orza, traverso, calcola la direzione del vento, si mette al vento e arriva abbastanza bene su Fabri, che con qualche acrobazia risale a bordo.
Piano piano, in tutte loro cresce la consapevolezza delle enormi difficoltà di una situazione del genere su di un mare calmo e vento moderato, immaginarsi in burrasca di notte! E se l’uomo ė svenuto? Proviamo che dite! Decidiamo di usare come metodo quello di imbracare un membro dell’equipaggio, assicurarlo ad una drizza libera e calarlo sull’uomo in mare con un secondo imbrago, nel nostro caso un banzigo!
Questa volta è Marta a tuffarsi e fingere di essere svenuta, Ludo procede bene arriva sull’uomo lasciandola sopravvento ( io sposo questa scuola di pensiero) Claudia si assicura alla drizza e si lancia letteralmente! Acchiappa Marta svenuta e prova ad imbracarla. Pensava fosse una passeggiata ed invece è difficilissimo! Alla fine ci riesce, le issiamo entrambe a bordo, ma tutte capiscono i limiti di questa procedura. Decidiamo così di farne un’altra, sempre un uomo assicurato alla drizza, ma questa volta invece di imbracare l’uomo a mare, gli passiamo una cima grossa sotto le ascelle, per intenderci, la tecnica usata per issare l’uomo dall’elicottero!
Chiara si butta, Ludovica inizia la manovra, tutto giusto, Claudia questa volta si cala, la prende e le passa la cima, le isso. Molto meglio, ancora da migliorare, ma molto meglio. Sono ormai le 19.00, giornata pienissima, ce ne andiamo a dormire in un isolotto di fronte a Tivat.
Caliamo le vele e durante l’ora di navigazione io e Marta puliamo tutte le triglie.
Arrivati a destinazione, bagno, brace e poi un barbecue di pesce clamoroso, che ci proietta in una cena veramente WILD!!!
Durante la cena però Fabrizia mi ricorda che dobbiamo fare il check out a Tivat, me ne ero completamente dimenticato!
26 luglio
Io e Fabri saliamo sul gommone alle 07.30, andremo a Tivat in gommone con tutti i documenti, sperando che non ci facciano troppe storie.
Dopo venti minuti siamo nel lussuoso porto di Tivat, andiamo all’ufficio della polizia e veniamo respinti a malomodo da una poliziotta di ghiaccio. L’avevo previsto e cosi avevo lasciato acceso il vhf di bordo sul 72. Inizio a chiamare a bordo con il mio portatile, ho un equipaggio intelligente mi risponderanno sicuramente!
Così è, Lulli dall’altra parte simula bene di essere sveglia, le dico di salpare con Claudia al timone e venirmi incontro! Dalla voce non sento tentennamenti, ma lo so, a bordo un misto di sconcerto ed adrenalina scorre nel sangue. Alla radio do indicazioni e alla fine mi risponde Marta che, dandomi prima il buongiorno, mi dice che è tutto a posto e stanno salpando. Con una manovra un po’ sbilenca di Fabri con al tender, saliamo anche noi, dopo poco attracchaimo al customer dock di Tivat. Alle 11 siamo fuori dalle bocche di Cattaro, rotta su Mlijet, trentadue miglia a nord-ovest.
Purtroppo il vento non c’è, dobbiamo smotorare, le ragazze si rilassano. Arriviamo nella baia di Saplunara verso le 18, molto provati dal motore! Non c’è spazio per stare all’ancora, prendiamo una boa del ristorante, con cui restiamo d’accordo per 6 peke di agnello! La prima cena in Croazia non poteva andare meglio!
Splendida serata, tutti a letto presto, domani si va nel parco naturale!
27 luglio
Salpiamo a vela, il vento c’è! virate continue, per una buona ora, poi muore tutto. Purtroppo il rischio di dover usare il motore durante i lunghi spostamenti c’è e non si può far nulla. Arriviamo nella baia di pomena subito dopo pranzo, uno spettacolo meraviglioso, non c’è nulla se non bosco, silenzio e non ci crederete, vento molto teso!!! Passeremo un pomeriggio di relax, tra bagni, passeggiate ed una birretta a terra.
28 luglio
Dopo un consulto generale, decidiamo di andare al monastero di Badija a sud-est di Korcula per un bagno e poi a Korcula porto. Il vento c’è e dopo una partenza spettacolare di chiara tra gli occhi invidiosi e preoccupati sulle altre barche in rada, lasciamo Mlijet con un bel traverso. Oxygene fila a sette nodi, le ragazze si alternano al timone e alle manovre, ormai lavoriamo sulla regolazione di fino e la sensibilità alla ruota.
Gettiamo l’ancora all’ora di pranzo e ci godiamo un mare magnifico in una cornice pittoresca. Alle 15 siamo di nuovo in navigazione, il vento rinforza e allora approfittiamo e iniziamo a fare esercizi di 360!
C’è molto traffico commerciale, il vento tira e le ragazze sembrano rimaste con la testa alla baia!
Claudia è la prima e proprio non riesce a raccapezzarsi con il vento. È confusa, più sbaglia più si innervosisce.
Mi faccio prestare la benda da Marta, le copro gli occhi e cerco di farla orientare. Spesso uso questo metodo quando gli allievi si affidano troppo agli occhi. In mare molte cose vanno cercate diversamente!
Ma oggi non funziona, Claudia non c’è, capita a tutti e insistere sarebbe controproducente. Va Chiara, anche lei con qualche difficoltà, ma alla fine riesce a riconoscere le andature, fare i cambi di mura e seguire abbastanza la regolazione progressiva delle vele.
È il turno di Fabrizia che esegue l’esercizio con buona disinvoltura e passa il timone a Ludovica, anche lei con qualche difficoltà, ma a un certo punto, il winch del fiocco gestito da Marta non scatta, la maniglia torna indietro repentinamente e la prende fortissimo sulla mano! Lei, medico, si fionda di sotto, prende una birra ghiacciata e se la mette sulla contusione, temendo il riacutizzarsi di una frattura passata proprio in quel punto! Decido di interrompere l’esercizio, far tornare la calma a bordo, dopo tre ore di manovre serrate, cazziate ed errori. Ci mettiamo in rada, accompagno Marta in farmacia insieme a Chiara. Sembra solo una contusione, ci prendiamo una birra, ritorna la serenità a bordo.
29 luglio
Salpiamo da Korcula la mattina con calma, aspettiamo il vento che come speravo è scirocco, quello che ci serviva oggi. Già, perché ultimo tassello del corso è lo spinnaker e le andature portanti. Spiego la teoria di questa vela maestosa e armiamo il circuito con grande attenzione a tutti i dettagli, mentre Marta con disinvoltura tiene dapprima il lasco e poi la farfalla su entrambe le mura con grande padronanza.
È il momento, mi metto al timone, abbiamo diciotto nodi rafficati, non proprio la situazione migliore, ma sono tranquillo, voglio issare, fargli provare la meccanica della vela e poi ammainare in attesa che cali un po’ il vento e provare le abbattute.
Così è! Tutto va benissimo, il famigerato spi rosa di Oxygene torna a coprire il cielo croato, mentre l’entusiasmo monta a bordo. Anche le abbattute, con Claudia e Fabri a prua, Ludo e Chiara allo Spi e Marta alla randa, vanno benissimo, non lo fanno mai sgonfiare e a prua sono abbastanza rapide. Arriviamo a Scedro verso le 15.30, dopo venti miglia di sola vela! Questa sera ci siamo meritati una cena nell’unico ristorantino della baia! Prima però, un bagno lunghissimo in compagnia di alcuni bambini italiani che stavano a fianco a noi. Tre ore in acqua a fare giochi che neanche a ” giochi senza frontiere!!!”
Dopo una serata splendida, ci tuffiamo in branda soddisfatti e stanchi morti, domani arriveremo a Hvar, ultima isola sulla nostra rotta!
30 luglio.
Partiamo di buon ora, issiamo randa ma si blocca , la guardo bene…il garroccio in penna si è incattivito, devo salire, mi imbraco, Claudia è la santa che mi tira su e lo fa senza un lamento, GRANDEEE! In pochi minuti la libero, e ammainiamo.
La plastica è compromessa, meglio sostituire il pezzo. Coltello, ago,filo e pezzo di ricambio. Fortunatamente non c’è vento, non ci siamo persi niente.
Con il supporto di tutte le ragazze, sostituisco e ricucio la fettuccia di tenuta. Per quanto mi piace la barca leggera e veloce, ho imparato a mie spese che ci sono cose a cui non si può rinunciare: una cassetta degli attrezzi completa e pezzi di ricambio per gli elementi cruciali della barca.
Oxygene è attrezzata alla grande e tutto o quasi è risolvibile in mare.
Arriviamo alle Palmisane per l’ora di pranzo, poi decidiamo di andare al porto per fare rifornimento d’acqua e trovare un po di confort, dopo cinque giorni in rada. Arriviamo nel porto naturale de la Palmisana, ognuno fa quello che deve fare. Io e Fabri facciamo il bucato, un po’ zingari sul molo. Ad un certo punto alle mie spalle compare un uomo grosso, dalla stazza minacciosa ma il tono gentile.
Mi stava cercando, è della polizia e mi dice che devo andare con lui. Capisco cosa vuole, temevo questo momento.
A Marzo quando ho riportato Oxygene in Italia, una cretina di doganiera croata mi aveva detto che non era necessario fare il check out ora che erano in Europa e così,visto anche le 100 miglia in piu che avremmo dovuto fare per andare al porto di Lastovo, non lo abbiamo fatto.
Non facendo in check out, non ho fatto neanche in check in! Insomma, il poliziotto, molto cordialmente mi spiega che avrei dovuto fare entrambe, mi fa vedere che conoscevano tutti i miei spostamenti ed era dispiaciuto di dovermi fare la multa, ma per il resto tutto a posto, nessun problema.
Scusandomi sinceramente per questo mio errore di valutazione, mi prendo i verbali e sotto suo perentorio ordine mollo gli ormeggi e mi dirigo al porto di Hvar per espletare le procedure mancanti.
Certo le ragazze non l’hanno presa proprio bene, già pregustandosi una doccia calda e relax sotto i pini, ma così è e dopo venti minuti attracchiamo alla banchina doganale di Hvar, dove a detta del poliziotto, mi stavano aspettando per chiudere tutte le procedure. Nessuno in banchina ed ufficio chiuso! Riaprirà domattina alle 08.00!
Ragazze, le docce calde le fate in barca e stasera approfittiamo per fare movida, dopotutto non lo abbiamo mai fatto in due settimane! Alle 20 siamo in un cocktail bar fantastico, doppio giro poi ristorante chip e disco club.
Alla fine, a parte io che ho accusato il colpo, le ragazze si sono divertite anche se dopo quattordici giorni di mare erano un po’ spaesate. Alla fine andiamo a dormire verso le due di notte in uno stato un po’ particolare.
31 luglio
Mi sveglio alle 7.30, alle otto sono negli uffici preposti, alle 9 ho finito tutto, sono ritornato persona gradita in Croazia 🙂 approfitto per fare una sorpresa alla ciurma.
Cornetti, pane fresco e frutta, giro cinque panetterie diverse per trovare qualcosa gluten free ma qui non ne vogliono sapere.
Torno in barca un po dispiaciuto, e sorpreso di trovarle ancora tutte a letto!
Le sveglio senza troppi giri di parole, caffè a terra e poi via. C’è una forte tramontana, toglierci dall’impiccio dell’ormeggio non sarà facilissimo nell’incredibile via vai di barchette intorno a noi.
Aspettiamo il momento buono di campo libero e via veloci, su le vele con una mano armata, la barca viaggia bella sbandata a otto nodi di bolina strettissima, lasciare il timone è stata dura, troppo bello!
Ma lo devo fare e lo passo a Claudia che è un’altra persona rispetto agli esercizi di Korcula. Attenta reattiva, guida bene l’equipaggio, l’adrenalina è la sua vita e si vede.
Mettiamo una seconda mano in trenta nodi di vento e mare molto mosso, lavoriamo anche sull’onda, poi è il turno di chiara, anche lei si trova a suo agio, ordini precisi e segue bene i salti di vento insieme al resto della ciurma che regola sensibilmente le vele. Poi è il turno di Fabrizia, anche lei concentrata.
Purtroppo il vento cala di botto e nulla indica una ripresa, bisogna ritirare su la randa e qui mi arrabbio. È bastato il calo di vento per passare da on ad off. Poca attenzione, dimenticanze e niente coordinamento. Le striglio forte.
Continuiamo a vela ancora una mezz’ora, poi il vento va a zero e ammainiamo tutto. Dopo un paio d’ore siamo in uno splendido ancoraggio fuori dal fiordo di Vrboska, l’ultimo bagno dalla barca per le ragazze, voglio farglielo godere! Alle 18 siamo nel porto di destinazione, la mia amata Vrboska. Inutile dire la gioia di tutti nel trovare i bagni faraonici di questo splendido marina! Grandi pulizie personali e poi cena a bordo, chiacchiere, ultimo goccio di rum poi a letto soddisfatti.
1 agosto
Sveglia alle otto che diventano le nove! Colazione e poi si parte con le pulizie. Cuscini, coperte, cucina, stoviglie, frigo, bagno ecc. ecc. Tutto viene ripulito con cura, poi via i paioli, la sentina è praticamente asciutta, il problema della perdita di acqua dolce sembra quasi risolto! Dopo quattro ore Oxygene è pronta per altri allievi, mentre noi andiamo a prenderci un meritato pranzetto.
È l’occasione per fare la sintesi di queste due settimane insieme. Per ognuna di loro ha rappresentato qualcosa di unico, forse irripetibile. Tante alchimie e coincidenze insieme hanno dato vita ad una esperienza intensa e assoluta.
Da parte mia conservo un aggettivo unico per ognuna di loro perché uniche sono le soddisfazioni che ho ricevuto da questo fantastico sailing team femminile!
Buon vento!